BLOG: La vita ai tempi dei social e la vita ai tempi del coronavirus

Il blog del “De Vincenti” – Le ordinarie cronache di un Liceo calabrese 

di Fabiola Giovinco – classe IV A

«Per capire appieno una cosa, bisogna viverla in prima persona» ebbene sì, questo abbiamo imparato attraverso l’esperienza della vita. Oggi, infatti, ci troviamo in una situazione che finora avevamo soltanto studiato sui libri di storia oppure tramite autori e poeti della Letteratura. Manzoni ci parlava di peste, Gabriel García Márquez di colera, oggi noi parliamo di coronavirus. Questa è una situazione che ha mosso gli equilibri e gli animi di ognuno; perciò, come si vive ai tempi del coronavirus? Considerate le misure di contenimento emanate dal Governo, stiamo scoprendo quanto sia bella la libertà, quanto sia bella la nostra vita e quanto sia prezioso il tempo. Nella normalità di tutti i giorni, determinati valori ci passano inosservati mentre oggi ci troviamo a rispolverarli. Gente che non ce la fa più a stare a casa, perché ha bisogno del calore e dell’affetto umano. La tecnologia, ormai, ci aveva reso passivi davanti alla vita. La solitudine, l’assenza di relazioni: il grande problema dell’era di Instagram, Facebook, Twitter: “I social hanno ridotto al minimo la voglia di uscire e di relazionarsi agli altri”. Così davanti alle raccomandazioni dateci, al tempo del coronavirus, si riscopre la voglia di uscire, di abbracciarsi, di baciarsi, di stringersi, di stare vicini. Potremmo raccontare ai nostri figli di aver trascorso una Pasqua in differita. Lontani dal calore dei parenti e dalle persone con le quali avremmo sicuramente condiviso con felicità e devozione la Resurrezione. Un contesto anomalo, ma che ci ha fatto, ci fa e ci farà riflettere tanto. Mi viene in mente una citazione “tutta l’infelicità dell’uomo deriva dal non saper stare solo in una stanza”,  Blaise Pascal avrebbe forse ritrattato questa frase, vedendoci al tempo dei social. Oggi probabilmente, invece , la cambierebbe: “Molti problemi dell’uomo derivano dal non saper stare chiuso in una stanza, quando gli viene chiesto di farlo”.

(Foto tratta dal blog “Transumanesimo”)