Essere adolescente è difficile in qualsiasi circostanza, ma con il coronavirus lo è ancora di più” afferma M. L., una fra i tanti adolescenti del cosentino ascoltati che, a causa dell’emergenza COVID-19, ha potuto sperimentare sulla propria pelle come questa fase che va, dai 12 ai 18 anni, è stata “emarginata” e considerata soltanto se si parla della DaD (Ddidattica a Distanza). Ma come stanno affrontando veramente questa problematica causata dalla pandemia che accomuna tutti, grandi e piccoli?

Loro sono quelli che rappresentano il silenzio proprio perché è in questo modo che stanno affrontando quel periodo che doveva essere il più bello delle loro vite. Possono esser d’esempio proprio per questa caratteristica che li contraddistingue da tutto il resto. Gli adulti si lamentano, si sfogano e, a volte, infrangono persino le misure restrittive per la famosa “ora d’aria”.
E gli adolescenti? Questi sono quelli che soffrono di più, perché privati di una libertà importante in questa fase della loro vita. Ma, nello stesso tempo, sono quelli che stanno mostrando il meglio. Di loro nei media, si è parlato soprattutto per capire come valutarne il percorso scolastico in un anno in cui verranno tutti promossi, come impedire che copino i compiti se sono da soli in casa mentre li eseguono, con Google e i genitori che fanno da suggeritori, come evitare che partecipino alle lezioni in videoconferenza senza mostrare il volto. Tutti aspetti senza alcun dubbio importanti per un adolescente e per la sua formazione, tuttavia la loro vita, prima della chiusura totale, era incentrata solo su questo? Sicuramente no. Amici, amori, nemici, compagni, calcetto, danza, musica, sono stati privati di tutto questo! Improvvisamente, nel giro di due settimane, tra torpore e inerzia, hanno visto cambiare la loro vita, ma anche e soprattutto quella intorno a loro.
Hanno scoperto che, oltre all’essere sfrontati, sfacciati e forti, nel loro animo alberga la fragilità e che il mondo non è sempre la festa perenne a cui erano abituati. Si sentono dire che siamo in guerra, ma una volta nonostante la guerra, e nonostante il suono incessante delle armi e delle bombe, ci si abbracciava per sentirsi uniti, ed ora? Ora per fare in modo che questa guerra finisca, devono fare il contrario, devono sentire il profumo e il calore dell’altro attraverso il vetro di un telefono: mille impedimenti zero lamentele. A differenza di molti adulti, hanno accettato le regole proprio nell’età dove l’istinto di ribellarsi ad esse è al massimo.
Il loro tempo è ornato da film, serie tv, PlayStation, lezioni online e addirittura compiti del pomeriggio, accettando le regole folli di una nuova didattica, quella che oggi viene definita DaD.
Una volta finita questa realtà orribile, sicuramente non troveranno tutto come prima, bensì macerie. Non si lamentano delle vacanze che non faranno e non perché sono apatici e senza interesse, ma perché si sono dimostrati maturi anche senza la maturità. Per loro la vita è fuori, dove ci sono le esperienze e gli errori da fare, le esagerazioni da provare e i confini da oltrepassare. Nonostante questo accettano una realtà assurda, stando dentro in nome della salute là fuori, con responsabilità, pazienza, comprensione e, soprattutto, silenzio.
La libertà deve essere loro restituita senza alcuna variazione, per fargli capire quanto i giusti comportamenti vengono ripagati sempre nel miglior dei modi. Speriamo che di tali preziosi atteggiamenti se ne ricordino tutti: bambini, adulti e anziani.
Fabiola Giovinco
Esercitazione. Forma scelta: articolo di giornale.
Foto tratta da: https://www.partidopirata.cl/el-doxing-una-forma-de-acoso-en-la-red/